Prestiti online 24 con carta revolving: come funzionano, migliori offerte

La carta revolving è una normale carta di credito, che si rende operativa a seguito del ricevimento di un finanziamento da cui consegue l’obbligo di sostenere un tradizionale piano di rimborso.

Grazie a questo strumento si ha la possibilità di beneficiare di una linea di credito concessa da un istituto finanziatore. L’entità della somma accreditata dipende da una serie di fattori, in particolare dalla capacità di rimborso del cliente e dalla sua affidabilità creditizia. Quindi per determinarne la misura si fa ricorso ai medesimi criteri utilizzati in occasione di qualsiasi richiesta di prestito, indispensabili per definire il profilo creditizio del cliente. In merito al piano di ammortamento, si conviene con la banca una soglia minima di pagamento, che si deve restituire ad ogni scadenza concordata. Ma è concesso al beneficiario di pagare la singola rata anche ad un prezzo superiore. Gli si permette anche di estinguere il debito in una sola occasione. Per quanto riguarda gli interessi si ricorda che si applicano soltanto nei riguardi di ciò che effettivamente si spende.

La disponibilità della linea di credito concessa dal finanziatore avviene dopo pochi giorni dall’accettazione della richiesta. Dopodiché si determina l’accreditamento del prestito sul conto del cliente. La carta revolving può essere utilizzata soltanto da parte del suo titolare. Si richiede difatti che le ricevute vengano autenticate con la sua firma. Qualora emergesse che la utilizzasse anche una persona diversa dal cliente il finanziatore sarebbe costretto a determinare l’annullamento della carta.

Come funziona la carta revolving?

La carta revolving si considera una soluzione di prestito facente parte del credito al consumo. Mediante il suo utilizzo si ha la possibilità di compiere la rilevazione di beni o servizi, all’interno di un qualsiasi negozio che risulti convenzionato con questa tipologia di circuito. Si ammette anche l’ipotesi che si possano eseguire degli acquisti all’interno di piattaforme telematiche. Al beneficiario è inoltre consentito di compiere dei normali prelievi ATM. Una volta che si decide di acquistare un bene si pone in essere una relazione tra tre diversi attori: il beneficiario della carta, il finanziatore e l’esercente. Il primo esegue la transazione con l’obbligo di dare vita alla restituzione del prestito secondo quanto stabilito nel contratto di finanziamento. Mentre il finanziatore viene coinvolto nel pagamento diretto a favore dell’esercente. Quest’ultimo invece non fa altro che fornire al cliente il bene oggetto della vendita

L’entità delle transazioni compiute dal titolare possono raggiungere anche l’intera somma concessa in prestito. Come si è accennato in precedenza, per quanto riguarda l’importo del finanziamento, la sua entità dipende dalla capacità di rimborso e dall’affidabilità creditizia del cliente. Di conseguenza non è possibile definire la cifra massima a cui è possibile ambire. Relativamente all’ammortamento, il beneficiario deve rispettare le modalità e i termini di pagamento previsti a livello contrattuale. In ogni caso è tenuto a pagare l’importo minimo, indicato come prezzo della singola rata. Ma può anche scegliere di eseguire dei rimborsi per un valore maggiore. In ogni caso gli è concessa l’opportunità di saldare il debito intero in ogni momento.

Come avviene il rimborso del finanziamento?

L’estinzione del debito può avvenire in due maniere differenti. La prima comporta affrontare un canonico piano rateale, costituito di diversi appuntamenti, dove restituire una parte del finanziamento. Si deve in ogni caso rispettare la soglia minima, che si è convenuta nel contratto di prestito. Per quanto riguarda gli interessi si applicano soltanto nei confronti della somma effettivamente spesa. Quindi il credito accantonato, che non si utilizza, non produce interessi. La seconda ipotesi determina l’estinzione del debito, in quanto in una soluzione unica si restituisce la somma dovuta. Al titolare della carta revolving è concessa la possibilità di scegliere l’una o l’altra modalità attraverso cui affrontare la restituzione del debito. Il pagamento per volontà del cliente è ammesso che avvenga con un addebito automatico sul suo conto.

Qualora emergessero dei ritardi in occasione del pagamento, anche di una singola rata, non si avrebbe più la disponibilità del finanziamento, fino al momento in cui non viene regolarizzata la posizione debitoria del beneficiario. Ovviamente dal momento in cui si verifica il mancato pagamento si entra in un periodo di morosità, a seguito del quale gli interessi applicati sulla somma da restituire vengono maggiorati. Il contratto di prestito può prevedere che al mancato pagamento di due rate, la banca risolva unilateralmente la relazione negoziale e pretenda l’estinzione del debito complessivo nel più breve tempo possibile.

Gli elementi del contratto

Il contratto di prestito, attraverso cui si ottiene la disponibilità di una carta revolving, deve essere costituito da una serie di elementi fondamentali. Nel caso non si rilevasse la presenza di un solo elemento il negozio sarebbe invalido. Prima di ogni altra cosa deve essere resa nota l’entità del tasso di interesse applicato e del taeg, ossia del costo complessivo del finanziamento.

A tal proposito, si devono anche prevedere le eventuali maggiorazione degli interessi applicate in caso di ritardo nei pagamenti. In secondo luogo è necessario chiarire l’entità del finanziamento, le modalità e le tempistiche attraverso cui si deve compiere la restituzione. In conclusione occorre che si menzionino tutte le spese che non sono calcolate nel taeg, tra cui la stima delle eventuali coperture assicurative che si sottoscrivono, non coinvolte nel calcolo complessivo.

Chi entra in possesso di una carta revolving deve affrontare una serie di spese. Innanzitutto si devono pagare gli interessi, che si commisurano soltanto sulla cifra che effettivamente si spende e non sul finanziamento complessivo. L’entità del tasso di interesse in genere è elevata, ma dipende dall’istituto di credito che si prende in esame.

In secondo luogo il beneficiario ha l’onere di eseguire il pagamento dell’imposta di bollo e delle spese di estratto conto. Nonché di quelle che fanno riferimento all’incasso delle rate. Infine si ha l’onere di sostenere le cosiddette spese eventuali, costituite dalle spese assicurative, dalle commissioni sui prelievi o da quelle che potrebbero scaturire a seguito della richiesta di una nuova carta, quando per esempio la si vuole affidare ad un familiare. Alcuni istituti di credito prevedono che si paghi anche una quota associativa.

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